Quando ci si reca in una struttura composta da più piani o ad altezze diverse abbiamo due possibilità di movimento : scale o ascensori.
Sicuramente più comodi rispetto alle scale gli ascensori permettono di muoversi più velocemente e senza affaticarsi. Ma non ci si pone mai la domanda di cosa ci sia dietro ad un corretto funzionamento di questo tipo di dispositivi.

Che cos’è il contratto di manutenzione

La normativa attuale dichiara esplicitamente e senza possibilità di errori di interpretazione che tutti gli ascensori, per essere utilizzati in completa sicurezza, è obbligatorio che sia sottoposto a verifiche e manutenzione periodiche. E ciò può essere condotto solo da personale munito di certificazione adeguata o da ditte abilitate (Direttiva 95/16/CE e normativa UNI EN 81-1&2).
Se non si ottempera a questo obbligo l’ascensore non può essere utilizzato e nemmeno mentenuto in esercizio.

Un contratto di manutenzione è importantissimo e si tratta di una scrittura in cui vengono indicati tutti gli interventi ordinari, di verifica e dove viene indicato tutto ciò che riguardo uno specifico impianto. E’ utopico pensare che esista un solo tipo di contratto in quanto gli impianti esistenti sono molto differenti tra loro (tipo di ascensore, tipologia di impianto, immobile nel quale è inserito l’ascensore, eccetera) ma, riferendosi alla normativa UNI 10146 un contratto di manutenzione di un ascensore deve sempre contenere voci chiave quali:

  • descrizione del piano manutentivo e degli interventi;
  • durata contrattuale;
  • le spese a carico del committente e quelle a carico della ditta che esegue la manutenzione;
  • i prezzi, la fatturazione e i sistemi di pagamento.

Un esempio di cosa si debba fare nel caso di una manutenzione ordinaria è:

  • verifica del regolare funzionamento della meccanica dell’ascensore quali dispositivi idraulici ed elettrici. Importanti porte dei piani e serrature;
  • verifica dello stato dei dispositivi di trazione (funi e catene);
  • pulizia e lubrificazione delle parti;
  • verifica dell’integrità di paracadute, limitatore di velocità e di tutti i dispositivi di sicurezza e la loro efficienza;
  • verifica precisa di funi, catene e relativi attacchi;
  • verifica dell’isolamento ed effcienza dell’impianto elettrico e dei collegamenti a terra;
  • annotazione dei risultati delle verifiche sul libretto di manutenzione.

In Italia possiamo ricondurre i contratti di manutenzione in tre modelli fondamentali:

Manutenzione ordinaria. E’ il più diffuso e comprende solitamente solo le operazioni richieste dalla legge in vigore quali le visite manutentive preventive e le visite semestrali. Di norma le ore e i materiali sostituiti sono a pagamento.

Manutenzione semi completa o semi totale. Esclusa la mano d’opera, oltre alla manutenzione semplice, prevede interventi riparativi con materiale di consume e pezzi di ricambio.

Manutenzione totale. Servizio completo per ogni prestazione dell’ascensore senza costi per mano d’opera e materiali. Eventuali sostituzione di parti importanti dell’impianto potrebbero essere escluse dal contratto.

I vantaggi di un contratto di manutenzione

Oltre al fatto che permette di essere in regola con la legislazione Italiana, un contratto di questo tipo ha ulteriori vantaggi. Innanzitutto la chiarezza, dato che ogni voce è elencata in dettaglio. Un rapporto continuativo con un’azienda che tratta ascensori (diciamo di almeno 2-3 anni) permette ai tecnici di conoscere meglio l’impianto con interventi più mirati e precisi. Da ricordare che le verifiche ispettive, condotte da organi indipendenti, sono obbligatorio ogni due anni e una durata collaborativa lunga permette di valutare meglio la qualità dei lavori svolti.